Le prime esperienze con la fotografia ritrattistica dei nostri allievi del corso base Questa settimana durante il corso di Fotografia mod.1 abbiamo iniziato davvero a mettere le mani in pasta e a usare la sala di posa per fare pratica di quanto appreso nelle lezioni di tecnica: esposizione corretta, profondità di campo, bilanciamento del bianco,ecc. Abbiamo cominciato con il ritratto e l'utilizzo della luce: siamo passati dallo schema classico dei tre punti luce, per poi capire come spesso un solo punto luce è più che sufficiente... e che dire, i nostri allievi si sono scatenati!
Oltre che futuri fotografi abbiamo scoperto anche qualche potenziale modello, totalmente a proprio agio di fronte alla camera, mentre per altri stare sotto i riflettori non è stato facile.
In effetti, oltre che con la difficoltà di mettere insieme tutti i vari pezzi per utilizzare al meglio la fotocamera in manuale, ci siamo scontrati con le prime criticità riguardanti il rapporto tra fotografo/a e soggetto fotografato. Perché non basta posizionare la luce e fare click: il ritratto, lo diciamo sempre, ci piace vederlo come l’incontro tra due anime, nonché la sintesi di due immaginari, o di quattro.
Lo spiega meglio Roland Barthes nel testo "La camera chiara": «Quello che io credo di essere, quello che vorrei si creda io sia, quello che il fotografo crede io sia e quello di cui egli si serve per far mostra della sua arte». Come realizzare al meglio questo incontro? Come instaurare una relazione e una comunicazione efficace che permetta di realizzare un buon ritratto? È davvero sempre meglio un soggetto che sappia "posare" ed essere disinvolto di fronte alla fotocamera, oppure è possibile realizzare splendidi ritratti emozionali anche con chi non è a proprio agio nell'essere fotografato?
Si potrebbe pensare che con i modelli e le modelle professionisti sia più facile: indubbiamente belli, giovani, abituati a lavorare davanti all’obiettivo o, comunque, con molta voglia di farlo.
Ma anche in questo caso si presentano due criticità:
il soggetto è abituato a farsi fotografare, ha molta esperienza, conosce bene i propri pregi (molti) i propri difetti (pochi); in questo caso il fotografo rischia di non guidare il gioco; la fotografia la farà il soggetto, imponendo il suo punto di vista.
il soggetto desidera farsi fotografare (è un aspirante modello/modella), ma non ha esperienza e non ha ancora consapevolezza dei suoi punti di forza e i suoi limiti. Il fotografo rischia di essere spiazzato da un atteggiamento che sembra essere “non collaborativo” del soggetto.
Cosa vogliamo ottenere dalle nostre fotografie? Come vogliamo raccontare il soggetto?
Affrontiamo in modo approfondito questo tema fondamentale nel nostro Stage di Fotografia di Ritratto, in programma domenica 28 novembre.
Impareremo a gestire il rapporto con la modella per ottenere la fotografia che vogliamo.
I ritratti che pubblichiamo in questo articolo sono stati realizzati durante la primissima lezione sul ritratto del nostro corso base da Massimo Vogliatti, Mirko Mancin, Federico Bidoli, Giorgio Varetto, Marco Giorgio, Claudio Gherra, Mirko Mancin. Aspettiamo anche quelli degli altri allievi e... del "prof". Nelle prossime lezioni i risultati saranno ancora migliori!
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