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La Cianotipia: la tecnica più semplice per le tue stampe fai da te

Aggiornamento: 20 set 2022


Stampe uniche realizzate con la tecnica della Cianotipia
Stampa con il sole e la tecnica della cianotipia

Nell'articolo precedente abbiamo iniziato a parlare dell'antro dell'alchimista: la Camera Oscura, il luogo fisico dove possono prendere forma tangibile le nostre idee. Oggi parliamo della tecnica più semplice che possiamo impiegare in camera oscura per realizzare le nostre stampe fai da te.

Quante fotografie stampiamo? Quante rimangono nella memoria del computer? I dati dicono che oggi le fotografie che vengono stampate sono di più che nel primo periodo dell’era digitale; ma di certo sono molto meno di quelle che si stampavano quando si lavorava con la pellicola. Il motivo è semplice: con “l’analogico" non possiamo vedere il lavoro se non dopo la fase di stampa. Il digitale ci permette di scegliere guardando le immagini sul monitor del computer. Senza essere un “fondamentalista” della fotografia, affermo con assoluta convinzione che osservare un’immagine stampata, poterla tenere in mano, sentire la consistenza e il peso della carta, dà qualcosa in più rispetto alla visione della stessa fotografia su un monitor. Certo, potremmo aprire un dibattito infinito su questo punto, ma oggi voglio parlarvi semplicemente di un modo affascinante per stampare le vostre fotografie, partendo da un file digitale oppure da negativi di grande formato.


Cos'è la cianotipia?


Cos’è la cianotipia? È un procedimento di stampa inventato nel 1842 dallo scienziato e astronomo inglese Sir John Herschel. A differenza dei sistemi di Talbot e Daguerre, che utilizzano la fotosensibilità dei sali d’argento, la cianotipia sfrutta due sali di ferro (potassio ferricianuro e ferrico ammonio citrato) che mescolati insieme diventano sensibili alla parte ultravioletta della luce solare. Sensibilizzando una superficie (carta o altro) e esponendola alla luce del sole dopo aver posizionato un negativo sopra la superficie stessa possiamo ottenere una immagine fotografica positiva.

Qualcuno di voi ricorda “il Piccolo Chimico”? Era un gioco didattico scientifico, un piccolo laboratorio per fare esperimenti con diverse sostanze chimiche. Ho voluto vedere se esiste ancora… Sì, esiste; ma la dotazione è decisamente meno completa (e molto più sicura…) della scatola che veniva venduta negli anni ’70! In ogni caso era fantastico: un libretto di istruzioni spiegava quali elementi e sostanze miscelare per fare questo o quell’esperimento. Ma in genere si finiva per utilizzare a caso sostanze varie (alcune decisamente pericolose) e vedere i risultati… Se oggi qualcuno mettesse in commercio un gioco di questo tipo (l’originale) rischierebbe l’ergastolo :)

Partendo proprio dal Piccolo Chimico, o meglio da alcune semplicissime sostanze chimiche, voglio farvi stampare almeno una fotografia in modo decisamente non convenzionale…

La procedura è la seguente:

  • scegliere il negativo da stampare (o realizzarlo da un file digitale)

  • preparare l’emulsione sensibile alla luce

  • sensibilizzare la carta

  • esporre alla luce U.V.

  • sviluppare la stampa

  • viraggio (nelle prossime puntate…)


Il negativo


La prima cosa da fare è ovviamente scegliere la fotografia da stampare. Abbiamo bisogno di un’immagine negativa grande quanto la stampa che vogliamo ottenere, perché il procedimento di esposizione si effettua per contatto. Le possibilità sono due: utilizzare un negativo realizzato con una macchina fotografica di grande formato (per esempio un banco ottico 4x5 pollici), oppure creare un negativo partendo da un file digitale.

Negativi per realizzare Stempe Uniche con la tecnica della cianotipia
Stampa con il sole con la tecnica della Cianotipia

Il secondo metodo è decisamente più alla portata di tutti e la procedura è molto semplice. Utilizzando Photoshop o un altro programma di post-produzione è sufficiente trasformare un’immagine in bianco e nero e invertire (Cmd+I per Mac e Ctrl+I per Window) la tonalità per ottenere un negativo. Stampiamo poi questa immagine su un foglio di carta molto sottile o su un foglio di acetato trasparente adatto alla stampa a getto d’inchiostro o laser. Vi garantisco che la stampa su carta va benissimo per i primi esperimenti. Importante: la stampa del negativo deve essere speculare, perché quando stamperemo la fotografia definitiva l’immagine tornerà ad essere orientata correttamente.

cianotipia camera oscura cianotipia camera oscura

Per queste prove ho utilizzato un negativo stampato su carta in dimensione 12x18 cm e un negativo fotografico 10x12 cm (4x5 pollici) ottenuto con una macchina fotografica a banco ottico.

Adesso mettiamo da parte il negativo e passiamo alla preparazione dell’emulsione sensibile.


L'emulsione


Ed eccoci alla sezione “piccolo chimico”.

L’emulsione (è più corretto dire soluzione ) sensibile alla luce ultravioletta si prepara utilizzando due sali di ferro: il potassio ferricianuro (o potassio esacianoferrato III) e il ferrico ammonio citrato.

Sfatiamo subito un mito: il ferricianuro di potassio NON è il cianuro di potassio! Il potassio cianuro è un veleno estremamente potente, mentre il potassio ferricianuro, se utilizzato con le giuste precauzioni, è praticamente innocuo.

Non confondete il potassio ferricianuro con il potassio ferrocianuro: il primo, quello che serve a noi, si presenta di un colore arancione intenso; il secondo è giallo e non è adatto per il nostro scopo. Anche il ferrico ammonio citrato è una sostanza che non presenta alcuna pericolosità. Ricordate però che si tratta sempre di sostanze chimiche che vanno utilizzate con un po’ di attenzione: per esempio, io non preparerei le soluzioni mentre sto mangiando un panino… Per lavorare in massima sicurezza indossate guanti e una mascherina di protezione. Vi consiglio inoltre di non lavorare con il “vestito della festa”, oppure di utilizzare un camice o un grembiule: le soluzioni che prepareremo macchiano...


Kit alchemico per realizzare stampe con la tecnica delle cianotipia
Kit Alchemico per la stampa

Dove trovare queste sostanze chimiche? Nel web si sono molti siti di vendita on-line. Io vi consiglio Fotomatica dove acquisto quasi tutto il necessario per lo sviluppo e la stampa in camera oscura. Il costo è davvero minimo (più avanti faremo qualche conto…)


Esistono varie ricette per preparare la soluzione sensibile. Io utilizzo questa:

- soluzione A: 8 grammi di potassio ferricianuro in 50 ml di acqua demineralizzata - soluzione B: 12 grammi di ferrico ammonio citrato in 50 ml di acqua demineralizzata

Pesate accuratamente il tutto con una bilancia da cucina (in questo caso è sufficiente la precisione al grammo). È importante utilizzare acqua demineralizzata (la trovate al supermercato) perché non contiene tracce di sali e metalli che invece sono presenti nella normale acqua potabile. Importante: non utilizzate contenitori o attrezzi per mescolare che abbiano parti in metallo. Usate plastica o vetro (vanno benissimo comuni bicchieri e posate in plastica).

Io mi sono attrezzato con una bilancia con una precisione al centesimo di grammo perché spesso preparo altre soluzioni dove alcune sostanze sono presenti in quantità dell’ordine di frazioni di grammo. Ho acquistato anche alcuni cilindri graduati e altri accessori da laboratorio, ma per questo tipo di procedura non sono assolutamente necessari. Le due soluzioni possono essere conservate in bottigliette di vetro scuro, adeguatamente etichettate, al riparo dalla luce e al fresco (il frigorifero è essenziale per la soluzione di ferrico ammonio citrato). Io utilizzo un frigorifero che ho in studio e uso solo per conservare i vari prodotti chimici per la camera oscura. In questo modo ho conservato le soluzioni anche per due mesi senza alcun problema. L’uso del frigorifero domestico, può essere pericoloso soprattutto nel caso di presenza di bambini, quindi molta, molta attenzione! Queste due soluzioni comunque non sono ancora sensibili alla luce: lo diventeranno quando saranno miscelate insieme.


La carta e la sensibilizzazione


La carta è un materiale fantastico! Una fotografia stampata su una bella carta acquista valore, ma è anche vero che una bella fotografia stampata su un supporto scadente perde qualità. Tenere in mano un foglio di carta di una buona grammatura, con una superficie trattata in modo perfetto, può fare passare in secondo piano piccoli (…piccoli!) difetti della fotografia. Esistono tantissimi tipi di carta: in un negozio di belle arti ne trovate di ottima qualità. Ma la carta, quella bella, ha un costo notevole. Vi consiglio quindi di iniziare con un buon compromesso: i classici fogli da disegno Fabriano, con superficie liscia o ruvida, sono ottimi e vanno benissimo. Potete anche utilizzare altri tipi di carta: è fondamentale che non si rovini immergendola in acqua, perché come vedremo il trattamento (lo sviluppo) avviene proprio sotto l’acqua corrente.

Prendiamo quindi il nostro bel foglio di carta e il negativo. Segniamo con una matita un’area più ampia della grandezza del negativo per delimitare la zona che sarà sensibilizzata.

Procediamo, quindi, con la sensibilizzazione.

Attenzione: da questo momento è necessario lavorare in luce di sicurezza. La soluzione è sensibile solo alla luce ultravioletta, quindi è sufficiente un ambiente che non sia illuminato dalla luce diurna ma da una normale lampadina di bassa potenza. La luce neon non va bene, perché può emettere radiazioni UV.

Prepariamo la soluzione sensibile miscelando parti uguali dai flaconi A e B. Per una superficie di 24x30 cm sono sufficienti circa 3 ml in totale (dipende molto dalla porosità del foglio di carta). Come misurini potete utilizzare due siringhe. Se volete preparare un quantitativo maggiore di soluzione potete conservarla in un flacone a tenuta di luce, in frigorifero. Questa andrà utilizzata il più presto possibile, perché perde sensibilità con il tempo (qualche giorno). Ricordate: dopo la miscelazione avremo come risultato una soluzione sensibile alla luce ultravioletta. Stendete la soluzione sul foglio di carta fissato ad un piano con nastro adesivo utilizzando un pennello, meglio piatto, senza parti metalliche. Se non lo trovate, potete usare un normale pennello facendo attenzione a non immergere o toccare il liquido con la fascia di metallo. Cercate di stendere la soluzione in modo uniforme. Potrete poi provare metodi alternativi di stesa in base alla vostra fantasia…

I fogli vanno fatti asciugare al buio. Quando saranno asciutti potete conservarli per qualche giorno in una busta o in una scatola a tenuta di luce.


L'esposizione: il sole come fonte di luce


Bene: i fogli di carta sono stati sensibilizzati e sono perfettamente asciutti! Passiamo alla fase di esposizione. Per esporre un materiale sensibile alla luce occorre prima di tutto… una fonte di luce. Come avevo detto, la cianotipia è un procedimento che sfrutta i raggi ultravioletti. Abbiamo due possibilità: usare una lampada UV oppure utilizzare la luce del sole! Meglio questo o quella? La luce del sole è gratis e ha una potenza tale da permettere esposizioni di pochi minuti. Per ottenere la stessa potenza dovremmo utilizzare molte lampade UV. Per contro, la luce del sole non è costante: la stagione, le condizioni meteo, l’ora del giorno, sono tutte variabili non semplicissime da controllare. Ma queste difficoltà aumentano il fascino del procedimento di stampa… Quindi? La luce del sole!

Serve una banale cornice (quelle che si trovano nei negozi di bricolage) dove mettere il foglio di carta sensibile e il negativo a contatto. Ovviamente il lato sensibile va rivolto verso il vetro. Meno ovvio, il negativo va appoggiato al foglio di carta con la parte dell’emulsione (o il lato stampato) a contatto con lato sensibile della carta.

C’è una regola semplicissima da ricordare e che vale per ogni stampa in camera oscura: emulsione contro emulsione! Chiudiamo la cornice e finalmente esponiamo al sole! Noterete che il foglio sensibilizzato cambierà colore velocemente: da giallo-verde inizierà a trasformarsi in un grigio-verde.

Per quanto tempo dobbiamo esporre? Ecco: questa variabile dovremo trovarla in via empirica… Dipende da molti fattori: l’intensità della luce solare, lo spessore del vetro della cornice, la densità del negativo, la sensibilità della carta… Potete iniziare a fare delle prove di 5-10-15 minuti per poi decidere come proseguire. Importante: il vetro della cornice NON deve essere anti UV (ovvio…) E adesso possiamo passare all’ultima fase, ovvero il momento della verità.


Lo sviluppo


Quando aprirete la cornice e separerete il foglio dal negativo noterete immediatamente una cosa: sul foglio di carta è visibile un’immagine! Non è molto chiara, ma il fatto che sia visibile ci fa capire che l’esposizione ha funzionato! Dobbiamo “sviluppare” questo abbozzo di immagine e renderla bella, brillante… blu! Già: blu. Perché la cianotipia produce stampe blu (il blu di Prussia…) L’agente di sviluppo è l’acqua: semplicemente H2O corrente. L’acqua di rubinetto!

Mettiamo la stampa in una bacinella e facciamo scorrere acqua corrente per alcuni minuti.

Quadretto per la stampa con il sole e la tecnica della cianotipia

Quello che vedrete è la magica trasformazione della tonalità grigio-verde dell’immagine in una bellissima tonalità di blu. Le parti non esposte della carta (le luci) perderanno via via il colore e diventeranno bianche. L’acqua di lavaggio diventerà sempre più pulita. Ecco: questo è il momento di togliere la fotografia dal lavaggio e appoggiarla su un piano inclinato o appenderla per farla asciugare. Possiamo fare una prima valutazione già con la stampa bagnata: se l’esposizione è stata troppo breve o troppo lunga lo noteremo subito. La valutazione finale dovremo però farla quando la stampa sarà perfettamente asciutta, perché la densità e la tonalità cambieranno.

OK! La stampa è asciutta, la densità è perfetta. La tonalità di blu è fantastica… Ma: solo blu? Come dicevo, la cianografia produce stampe di un bellissimo blu di Prussia. Possiamo ottenere altri colori? Sì, possiamo, ma adesso è ora che proviate la tecnica descritta fin qui: in un prossimo articolo vi farò vedere come ottenere stampe di altre tonalità!

Stempe con la tecnia della cianotipiae e viraggio
Stampe Uniche

Una conclusione


Qualcuno potrebbe chiedersi perché fare tutto questo lavoro per ottenere stampe monocromatiche, non perfette, senza avere il controllo totale di tutti i parametri… Rispondo a questa domanda con una domanda: a cosa serve fare un dipinto, un olio su tela, se possiamo fare una fotografia? Questa tecnica non è riproduzione della realtà: è arte. Ogni stampa è un’opera unica. Non riusciremo mai a fare due stampe perfettamente uguali. Qui non si cerca la perfezione, l’esposizione perfetta, il dettaglio ineccepibile. Quello che dobbiamo cercare in questo modo di lavorare è l’emozione. È la voglia di sperimentare, di provare qualsiasi cosa ci venga in mente: materiali, tecniche, follie… E allora quello che nasce come un gioco può diventare espressione della nostra mente e del nostro cuore.

Buon lavoro!



Vuoi cimentarti con noi?

Abbiamo oganizzato un corso e un workshop Junior davvero speciali che possono fare al caso tuo!

Foro stenopeico; Cianotipia; Van Dyke; Emulsione Liquida


Corso breve monografico sulla stampa blu ai sali di ferro



Di nuovo, buon lavoro e alla prossima!


Per imparare a fotografare, per imparare qualsiasi cosa, occorre un buon maestro; ma soprattutto bisogna essere curiosi, chiedersi il perché delle cose, guardarsi intorno e non smettere mai di stupirsi”

(Antonio Crisà)


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