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Il "telefono" e la buona fotografia

Dallo smartphone alla magia: fotografie che raccontano


«Questo sarebbe una fotografia fantastica… Se solo avessi portato con me la macchina fotografica!»

«Ce l’hai la macchina fotografica, nonno!»

«Certo che ce l’ho, Sofia, ma non qui con me. È rimasta a casa. Tua nonna non vuole portare troppe cose quando andiamo in vacanza!»

«Ma hai lo smartphone, no?»

«Sì… ma mica vorrai fare fotografie con quel coso?»

«Perché no? Le fotografie vengono bene, sai?»

«Ho già dovuto re-imparare a fare fotografie quando sono passato dalla pellicola al digitale. Adesso dovrei ricominciare da capo e usare il telefono?»

«Guarda che adesso i “telefoni” hanno una qualità molto buona. Certo che se devi fare un ingrandimento grande come una parete oppure se vuoi modificare molto le fotografie è meglio la macchina fotografica. Ma negli altri casi… Dammi il tuo smartphone che ti faccio vedere.»

«Stupiscimi!»

«Mi piace questo cartello, è divertente! Potrebbe essere una fotografia da postare sui social. Sono sicuro che otterrà una valanga di like.»

«Anche con il telefono si possono controllare i parametri di scatto e fare buona fotografia? Tempi, diaframmi…»

«Beh, forse non hai tutto quello che c’è in una fotocamera digitale, ma i controlli ci sono. Però adesso ho scattato questa fotografia utilizzando tutti gli automatismi.»


telefono e buona fotografia

«Ok. Vediamola… Sì, interessante come foto ricordo soprattutto per quel cartello e per la costruzione che si vede dietro e che ricorda senza dubbio un castello.»

«Hai visto? Senza nessun intervento di correzione, che potremo fare poi con il computer o direttamente con lo smartphone. E puoi anche stamparla perché la dimensione lo permette.»

«Sì… non male, ma…»

«Ma?»

«Ma! Cosa vedi in questa fotografia? Se dovessi raccontarla a qualcuno senza fargliela vedere cosa diresti?»

«Beh… una porta in un castello e un cartello che ricorda la scena del film “Frankenstein Junior”, quella in cui Igor pronuncia quella frase.»

«Certo… ma qual è l’elemento più importante in questa fotografia? Qual è il soggetto? Il cartello? La porta? Il muro di pietre?»

«Secondo me il cartello!»

«Ecco… Secondo te! Ma se una fotografia deve raccontare qualcosa non deve farlo “secondo te”. Mi spiego meglio: sei tu che hai fatto la fotografia e mi hai detto che il soggetto è il cartello, giusto?»

«Giusto.»

«Però hai dovuto spiegarmelo a voce… Perché non dai al cartello, al soggetto della tua fotografia, l’importanza che merita?

«E come faccio?»

«Mi hai detto che anche con il telefono si possono fare belle fotografie. E hai ragione! Puoi ottenere una buona qualità di immagine, non c’è dubbio. E quello che vediamo qui sullo schermo lo dimostra, anche se poi controlleremo sul computer. Ma la fotografia, per raccontare qualcosa, deve essere composta bene. Tutte le arti visive seguono quelle che vengono dette regole di composizione. A me non piace molto il termine regole, per cui le definisco piuttosto linee guida per la composizione fotografica.»

«E queste regole… linee guida le possiamo seguire anche con lo smartphone?»

«Certo! Ti dirò di più: possiamo decidere di seguirle o no, ma prima di decidere dobbiamo conoscerle altrimenti faremo fotografie a caso. Quando saremo a casa ti darò un libro che parla di tutto questo.»

«E cosa potremmo fare perché questa fotografia racconti davvero quello che voglio?»

«Ti dico cosa vedo nella tua fotografia. O meglio cosa non vedo. Non riesco a soffermarmi su un elemento importante, sul soggetto che tu dici essere il cartello. Tutti gli elementi sembrano avere la stessa importanza, e poi, se guardi in alto a destra, vedi un elemento di disturbo…»

«Che possiamo togliere dopo…»

«Sì, possiamo, ma perché non farlo al momento dello scatto? Per favore, passami quel… coso, Sofia, e dimmi dove pigiare. Ci provo io. Posso?»

«Certo nonno! Qui. Questo cerchio rosso.»

«Ok, bene. Ecco.»


telefono e buona fotografia

«Noti qualche differenza tra le due immagini?»

«Eh… sì! In questa il cartello si legge meglio… è la prima cosa che vedo.»

«Hai ragione, il cartello adesso diventa il soggetto principale della fotografia, vedi come è grande rispetto al resto? Ma non solo. La freccia a destra, quella che indica la direzione del castel, e la stessa inclinazione del cartello formano una diagonale che prosegue con il varco di ingresso e la targa della via, che adesso non è più un elemento di disturbo ma un punto di arrivo del nostro sguardo che esplora la fotografia. E il suo colore diverso da tutto il resto ci attrae ancora di più. Così sappiamo anche dove siamo!»

«E la freccia a sinistra?»

«Quella è sinistra, nel senso che porta lo sguardo fuori dalla fotografia, dietro di noi, dove potrebbe esserci un pericolo… il lupo!»

«È vero! Adesso vedo prima di tutto il cartello, poi il resto… Ma, come hai fatto?»

«Per prima cosa ho cercato di dare un significato alla scena nella mia mente, poi ho utilizzato le conoscenze della tecnica fotografica perché la fotografia risultasse come io l’avevo immaginata… visualizzata, avrebbe detto Cartier-Bresson.»

«Chi?»

«Henri Cartier-Bresson. Ti darò anche un libro su di lui. Mi sono avvicinato in modo che il cartello in primo piano apparisse più grande, più importante rispetto allo sfondo. E siccome ero molto vicino al cartello ho dovuto utilizzare una focale corta, un grandangolare per riuscire a fare l’inquadratura come l’avevo immaginata. Alla fine non  ho fatto niente di più di quello che hai fatto tu nella tua fotografia. Ho soltanto cercato un punto di vista diverso. E tutto con un semplice smartphone, con cui possiamo benissimo fare belle fotografie, come dici tu, Sofia.»

«Però mi hai preso in giro, nonno…»

«Perché?»

«Perché non è vero che tu non sai usare il telefono come macchina fotografica. Lo conosci meglio di me!»

Il nonno tentò di nascondere un sorriso. «Dài. Adesso torniamo dalla nonna. Vorrà guardare con noi le fotografie al computer e sferrare la sua critica feroce!»


telefono e buona fotografia
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Immagini realizzate con uno iPhone 14 nel comune di Baiardo (IM)


Ydana Wisecat

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