
Quante volte vi è capitato di alzare gli occhi verso il cielo stellato per contemplare il firmamento notturno? Se lo avete fatto da un luogo buio e lontano dalle luci cittadine, avrete sicuramente visto una moltitudine senza fine di stelle mentre chi di voi ha l’occhio più allenato e lo ha “preparato”, avrà magari anche visto una scia luminescente leggera e biancastra solcare l’intera volta celeste: ecco, quella è la Via Lattea!
La Via Lattea altro non è che la nostra casa nell’Universo, una galassia a spirale barrata, con una dimensione apparente di 360°, con un’età stimata di 13,7 miliardi di anni…praticamente dall’inizio della vita dell’Universo, almeno per quello che noi tutt’ora conosciamo!
Non staremo qui a fare lunghe e complesse disquisizioni scientifiche in materia, per quello è sufficiente una rapida ricerca sul web, mentre invece ci soffermeremo su come sia possibile fotografare la nostra Galassia!
Proprio così, la Via Lattea non solo è “facilmente” fotografabile, ma è anche uno dei soggetti più ricercati e visti sui vari canali social (basta farsi un giro su Instagram o 500px per rendersene conto).
Come per la fotografia di paesaggio diurna, anche quella notturna prevede un minimo di studio, preparazione, sopralluoghi: dal momento che si agirà nella quasi completa oscurità, per effettuare delle foto interessanti bisogna avere già in mente che risultato si vuole ottenere e soprattutto bisogna conoscere bene il luogo dove ci si appresta a scattare le nostre fotografie. Per fare questo ci vengono in aiuto diverse tecnologie avanzate che ci aiuteranno di molto nel nostro intento.
Personalmente io uso l’APP “PlanIt PRO” (disponibile sia per Android che per Ios, sito ufficiale https://yingwentech.com/): credo che sia uno degli strumenti indispensabili per il fotografo paesaggista moderno, un vero e proprio “must” che non può mancare se volete fotografare in un certo modo.
L’APP ha una serie vastissima di funzioni, per ogni tipo di fotografia di paesaggio, diurna e notturna (visitate il sito per rendervi conto della quantità e della qualità delle stesse), ma forse una delle cose più interessanti è la visualizzazione della Via Lattea secondo la focale scelta e con il profilo in 3D del terreno in qualsiasi punto del globo!

In questo modo potrete pianificarvi da casa luogo, giorno e ora migliori per potere vedere e ritrarre la Galassia; ovviamente la Luna non deve essere presente perché la sua luminosità disturba la visione, anche nelle fasi minime, prediligete periodi dove la Luna è già tramontata, oppure durante le fasi di Luna nuova. Ovviamente la APP vi indica i giorni migliori!
Una volta scelto destinazione e periodo, come procediamo?
Cominciamo stilando un piccolo elenco di “ingredienti” fondamentali per potere effettuare delle fotografie della Via Lattea degne di nota:
Un cielo il più possibile buio (evitare le città e i centri abitati, permeate di inquinamento luminoso, una piaga visiva e anche psicofisica…);
Una postazione comoda e libera da ostacoli che impediscano la visione di porzioni ampie di cielo
Un obiettivo il più possibile luminoso (l’ideale è almeno con un f/2.8, poi più luminoso è meglio è…)
Un treppiede e una testa stabili (dovremo fare lunghe/lunghissime esposizioni)
Un telecomando remoto che permetta la posa Bulb
Abbigliamento adeguato alle temperature notturne (anche in piena estate stare fermi per parecchio tempo prevede che il corpo si raffreddi…)
APP per smartphone per la simulazione del cielo stellato
Ingredienti “extra” per alzare il livello:
Astroinseguitore con montatura equatoriale (il top per fare foto incredibili)
Filtri “Natural Light” per ridurre gli effetti dell’inquinamento luminoso
Preparati tutti gli ingredienti, non resta che verificare le condizioni meteo (ovviamente i cieli sereni sono da preferire, ma anche qualche nuvola nelle foto notturne fornisce quel valore aggiunto in più che non guasta affatto!) e recarsi sul luogo prescelto.
Verifichiamo ancora bene la location, curiamo l’inquadratura (da effettuare quando c’è ancora luce, impossibile comporre nell’oscurità) e prepariamo il tutto. Va da sé che occorre recarsi in location almeno 2-3 ore prima per avere il tempo di allestire il tutto (e magari montarsi anche la tenda per passare la notte a fotografare avendo un luogo dove riposarsi a sessione terminata).
Diciamo che nella composizione è decisamente preferibile un soggetto di primo piano che possa creare contrasto con la Galassia, questo per creare una foto più interessante. Diverso è se invece vogliamo fare astrofotografia pura (magari con lunghe focali) e isolare porzioni di cielo senza altri soggetti (questo però è il caso di foto molto tecniche e specifiche che richiedono attrezzature modificata ad hoc e l’uso di potenti teleobiettivi o meglio telescopi debitamente collegati alla fotocamera…)
Analizziamo ora brevemente la tecnica base per poter effettuare delle foto ben riuscite:
La Via Lattea, come le stelle, si muove nel cielo (per effetto della rotazione terrestre): questo fa sì che nel momento in cui usiamo una lunga esposizione per “catturare” i gas e i colori delle nebulose se esageriamo con i tempi, le stelle non verranno puntiformi, ma avranno la “scia” (diverso è se vogliamo fare un star trail, in quel frangente la scia è l’elemento portante della nostra foto, come nell’esempio sotttostante):

Per far sì che le stelle siano invece puntiformi occorre usare la regola del 600, qui di seguito spiegata nel dettaglio:
La formula di partenza da utilizzare è la seguente:
T = 600 / (LF * FC)
T: tempo massimo di esposizione prima che si verifichi lo star trailing
LF: lunghezza focale dell’obiettivo utilizzato
FC: fattore di crop del sensore utilizzato
I fattori di crop sono i seguenti a seconda del formato del sensore:
1 per i full frame
1.5 per gli APS-C della marca Nikon e 1.6 per quelli di Canon
2 per il formato micro 4/3
2.7 e superiore per fotocamere più compatte con sensori da 1 pollice o più piccoli
Esempio pratico:
uso una fotocamera reflex full frame ed un obiettivo ultra grandangolare da 14mm -> quanti secondi dovrò usare per non avere l’effetto trail con le stelle puntiformi?
T = 600 / (14 * 1) = 42,85 sec
Ovviamente questa regola è decisamente empirica: quello che consiglio è di provare più tempi a seconda della focale utilizzata (va da sé che più alta la focale più corti i tempi di esposizione e quindi occorrerà alzare gli ISO per raccogliere più luce a parità di tempo). Guardate il risultato dal display della fotocamera e non appena vedete che si crea lo star trail, vi fermate (è comunque accettabile un minimo di scia, renderà le stelle più “piene”).
Altro parametro da tenere in considerazione è la sensibilità ISO: a seconda della luminosità dell’obiettivo, dovrete usare valori di ISO piuttosto alti: verificate come reagisce la vostra fotocamera alle lunghe esposizioni notturne ad alti ISO, onde evitare spiacevoli conseguenze che necessitano di pesanti elaborazioni in postproduzione (rimozione di banding verticale e hot spot).
Ulteriore fattore importante è la focale: solitamente le foto più emozionanti si ottengono quando viene ripresa una gran parte della Via Lattea, soprattutto al centro. Questo prevede l’utilizzo di focali corte, idealmente dai 14 ai 24 mm abbiamo il range migliore.
Una volta messi insieme tutti questi parametri, occorre effettuare tante prove per ottenere i risultati voluti. Cominciate a scattare a 800 ISO per 20-25 secondi alla massima apertura del vostro obiettivo e vedete i risultati. Non vi preoccupate se la Via Lattea magari non è molto visibile, poiché tutte le informazioni sono racchiuse nel file RAW e grazie alla postproduzione verranno poi estratti a tempo debito.
Solitamente per ottenere risultati migliori si effettuano diversi scatti che vanno poi analizzati e miscelati con software specifici (uno tra tutti Deep Sky Tracker, gratuito). Non staremo qui a disquisire le procedure da utilizzare con i software in quanto necessitano di un corso completo, quello che vi posso consigliare può essere così schematizzato:
Usare la massima apertura disponibile
Usare tempi molto lunghi: dai 20 secondi in su, fino a diversi minuti di esposizione in posa bulb (se si è muniti di astroinseguitore)
Usare sensibilità ISO a partire dagli 800 ISO fino a 3200 ISO (oltre le foto diventano troppo rumorose, a patto di avere sensori di ultimissima generazione)
Effettuare una serie di scatti della Via Lattea da fondere insieme con software specifici (DDS, Photoshop e pannelli astrofotografici dedicati): tenete conto che bisogna arrivare ad arrivare almeno a 5 minuti totali di esposizione per potere vedere in dettaglio i filamenti gassosi, fate voi i conti dei tempi di esposizione per arrivare a quel numero
La postproduzione dovrà essere fatta ad hoc, non è possibile applicare le regolazioni consuete per le foto diurne, per ovvi motivi. Le foto notturne astronomiche seguono una via tutta loro!
Come vedete l’argomento non è dei più semplici e necessita di prove, costanza e anche errori (inevitabili). Quello che vi posso consigliare è di venire al nostro workshop dedicato proprio alla fotografia della Via Lattea da una delle location migliori qui in zone (Lago del Moncenisio a 2000 metri di quota). Oltre a passare una serata sotto un cielo indimenticabile (provare per credere), vi verranno fornite tutte le informazioni necessarie per poter essere autonomi.
Vi aspettiamo il 30 Luglio 2022 al Moncenisio
Prenota il tuo posto!
Ecco alcune immagini realizzate da me e da 2 tra gli allievi che mi hanno seguito nelle precedente edizione del workshop:
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